Come funziona il processo di digestione? Cosa ne favorisce il corretto svolgimento? È vero che bere acqua aiuta a digerire?
Bruciore, gonfiore, pesantezza, come possiamo rimediare a questi disturbi? Scopriremo insieme se è davvero l’acqua che aiuta la digestione e quali alimenti evitare.
Acqua e organismo, il fabbisogno giornaliero e l’importanza dell’idratazione
L’acqua è una componente importantissima nel corpo umano ed è fondamentale che l’organismo ne assuma in quantità sufficiente per il proprio sostentamento.
Per questo è necessario che ognuno di noi beva circa 2 litri di acqua al giorno (più o meno 1ml/1kcal), quantità che cambia a seconda dell’età del soggetto e dell’eventuale stato di gravidanza, e distribuire questo quantitativo in maniera omogenea durante la giornata senza mai superarlo notevolmente.
Bere troppo acqua non è sano, infatti oltre i 4 litri al giorno, si potrebbe incorrere in problematiche di salute molto serie, come l’iperidratazione: un’eccessiva presenza di acqua nel corpo riduce vertiginosamente il livello di sodio nel sangue che provoca iposodiemia con stati confusionali, nausea e abbassamento di pressione annessi.
Perché è così importante l’acqua per noi?
Essendo il nostro corpo composto all’incirca al 70% di acqua, mantenere un livello di idratazione stabile permette al nostro organismo di funzionare al meglio delle sue possibilità mantenendo costante il volume del sangue, eliminando scorie in eccesso, regolarizzando attività intestinale e intervenendo nel processo di digestione.
Come avviene la digestione?
La digestione è un processo importantissimo per il corpo umano infatti è un processo attivo che permette ai polimeri complessi nutrizionali (polimeri e trigliceridi) di essere semplificati in molecole più semplici (monomeri) e di essere assunti dall’intestino.
Questo processo si divide in fasi meccaniche e fasi chimiche.
Le fasi meccaniche della digestione iniziano nel cavo orale con la masticazione e l’impasto del bolo/chimo alimentare, procedono nello stomaco con il rimescolamento del cibo e si concludono nell’intestino con l’avanzamento e la segmentazione. Le fasi chimiche hanno lo stesso punto di partenza, il cavo orale, e la stessa conclusione, l’intestino, ma comprendono sostanze e processi chimici in grado di trasformare il cibo ingerito in nutrimento per l’organismo.
Nel cavo orale il cibo viene a contatto con la saliva che contiene l’amilasi salivare, un enzima che demolisce i carboidrati e la lipasi salivare che inizia la demolizione dei trigliceridi. Creatosi il bolo, viene deglutito passando per l’esofago e raggiunge lo stomaco, una piccola sacca le cui pareti dotate di ghiandole producono succo gastrico composto da pepsinogeno, muco, acido cloridrico ed enzimi.
Lo stomaco svolge una funzione fondamentale: permette al pepsinogeno di trasformarsi in pepsina capace di scindere le proteine in catene di amminoacidi più corte e inoltre di proteggere le pareti dello stomaco dall’acido cloridrico che potrebbe agire sulle proteine delle pareti, ledendole, oltre che su quelle del cibo ingerito.
Successivamente nello stomaco il bolo viene trasformato in chimo che piano piano attraversa l’anello muscolare del piloro e va a finire nell’intestino.
L’intestino si divide in intestino tenue e intestino crasso, distinti per forma e funzione nel processo di digestione.
Nell’intestino tenue, lungo all’incirca 6 metri, in cui confluiscono i secreti di altri due organi importanti dell’apparato digerente, fegato e pancreas, si completano i processi digestivi ed è qui che avviene l’assorbimento delle sostanze nutritive.
L’intestino crasso, diviso in cieco, colon e retto, rappresenta l’ultima parte del processo digestivo. Al colon giungono i residui della digestione come acqua e sostanze non ingerite, l’acqua viene assorbita mentre le sostanze reputate inutili dall’organismo vengono inviate al retto che le espellerà in forma semi-solida.
Facilitare la digestione con l’acqua
Affinché la digestione avvenga in maniera ottimale è necessario che la diluizione degli enzimi sia direttamente proporzionale al tipo di pasto, cioè deve essere assunta la quantità di acqua necessaria per due motivazioni: saliva, succhi gastrici, biliari e pancreatici per essere prodotti hanno bisogno di acqua e più il bolo è secco, più l’organismo è costretto a secernere acqua da sé, riducendo il livello di idratazione che, come abbiamo già detto, è fondamentale per il funzionamento dell’intero organismo.
In un pasto normale la quantità di acqua da assumere è di circa 2 bicchieri, se il pasto, invece, si presenta troppo “secco”, la quantità aumenta, se troppo “liquido”, diminuisce.
Acqua per digerire: quale scegliere?
Oltre alla quantità giusta di acqua da assumere durante i pasti, esiste un’acqua che favorisce la digestione?
Sappiamo già che esiste una differenza tra le acque basata sulla tipologia e la quantità di minerali al loro interno. Le acque che possono favorire la digestione sono quelle che contengono in quantità più alte:
- Bicarbonato (HCO₃)
- Solfati (SO₄)
Il bicarbonato, oltre a partecipare alla riduzione del pH gastrico dello stomaco, contrasta l’acidità infatti è consigliabile per soggetti che soffrono di acidità gastrica o che hanno assunto pasti in quantità eccessive e molto proteici.
I solfati, invece, hanno una funzione pro-digestiva infatti sollecitano e stimolano la sintesi enzimatica in fegato e pancreas, andando a compensare i succhi gastrici, qualora carenti.
Acqua Amata, acqua oligominerale e medio minerale con un residuo fisso di 485 mg/l, grazie ai suoi livelli di bicarbonato e solfati, si conferma un’ottima alleata del benessere e una collaboratrice indispensabile nel processo digestivo: con i suoi 481,1 mg/l di bicarbonato e 8,2 mg/l di solfati, Acqua Amata riduce l’acidità gastrica, molto comune in questi giorni post vacanze natalizie, e aiuta il processo enzimatico principale del fegato e del pancreas.
Favorire la digestione con l’assunzione dell’acqua giusta, come Acqua Amata, è importante ma bisogna ricordare che la chiave del benessere è l’equilibrio: idratazione del corpo equilibrata bevendo minimo 2 litri di acqua al giorno, alimentazione non troppo grassa e non troppo proteica e assunzione minima di bevande acide come il caffè e di alimenti con troppo sale così da agevolare l’apparato digerente a lavorare nel migliore dei modi.
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