Residuo fisso e sali minerali: come scegliere l’acqua più giusta per il nostro organismo?
L’acqua è l’alimento principe di ogni dieta e orientarsi sulla scelta tra le varie acque presenti sul mercato non è affatto semplice. Oltre al costo e all’estetica della bottiglia, vanno presi in considerazione soprattutto residuo fisso e sali minerali, le cui quantità stabiliscono la differenza tra acqua minerale e oligominerale. Vedremo di seguito come sono classificate le acque minerali naturali a seconda del loro valore di residuo fisso e quali scegliere in base al nostro corpo e ai nostri disturbi.
Come scegliere l’acqua e a cosa stare attenti
Elemento indispensabile e insostituibile per ogni uomo, donna o bambino è l’acqua: prima di tutto rappresenta il 70% del peso corporeo di un adulto e l’80% del peso corporeo di un bambino, inoltre contribuisce alla regolazione della temperatura corporea, facilita la digestione e l’eliminazione di scorie e liquidi in eccesso. Insomma senza l’acqua saremmo perduti per questo è molto importante berne molta durante il giorno e soprattutto bere l’acqua giusta per il nostro corpo.
Molto spesso si è portati a pensare che le acque siano uguali tra loro e che comprane una piuttosto che un’altra non faccia alcuna differenza per il nostro organismo. Non c’è nulla di più sbagliato: ogni organismo, a seconda delle patologie presenti o in loro totale assenza, ha bisogno di una specifica tipologia di acqua.
Da che cosa dipende questa differenza?
Ogni acqua è diversa dall’altra a causa dei parametri chimici al suo interno: residuo fisso e sali minerali.
Il residuo fisso secondo la legge italiana è un parametro chimico fondamentale per la classificazione delle acque minerali naturali e indica la quantità di sostanze inorganiche presenti nell’acqua. L’analisi prevede un processo di evaporazione fino a 180˚ a termine del quale la parte liquida sarà evaporata lasciando sul fondo i minerali che andranno a comporre proprio il residuo fisso.
A seconda del valore di mg/l (milligrammi per litro) del residuo fisso, le acque si dividono in: acqua minimamente mineralizzata, acqua oligominerale, acqua minerale e acqua ricca di minerali.
Differenza tra acqua minimamente mineralizzata, minerale, oligominerale e ricca di Sali
Secondo il decreto legge n˚105 del 25 gennaio 1992 le acque vengono classificate in:
· Acqua minimamente mineralizzata con un valore di residuo fisso inferiore a 50mg/l, perciò definita acqua leggera in quanto povera di sali minerali. A questo punto è necessaria una piccola precisazione che sfaterà una convinzione diffusa del tutto errata. Un’acqua leggera, quindi con un residuo fisso basso non è detto sia migliore delle altre dal residuo fisso più alto: il corpo umano ha bisogno di sali minerali durante la giornata, che si faccia o meno attività sportiva, e un’acqua leggera, definita tale proprio per la quasi assenza di sali minerali che vanno a comporre il residuo fisso, non potrebbe apportare il giusto quantitativo di sali necessari al fabbisogno umano.
· Acqua oligominerale con un contenuto di residuo fisso non superiore ai 500 mg/l, è un’acqua da tavola iposodica (con un basso contenuto di sodio) con un’azione diuretica e può essere assunta quotidianamente;
· Acqua minerale con un contenuto di residuo fisso tra 500 e 1500 mg/l. Data la consistente presenza di sali minerali deve essere bevuta in quantità non superiore ad un litro al giorno alternata ad acque oligominerali.
Per l’acqua minerale c’è un’ulteriore differenza da annoverare in base alla quantità predominante di uno dei sali minerali presenti:
o Bicarbonata: con una quantità di bicarbonato superiore ai 600 mg/l che facilita la digestione e riduce gli spasmi;
o Solfata: con una quantità di zolfo superiore ai 200 mg/l caratterizzata da proprietà lassative ed effetto antispastico;
o Clorurata: con una quantità di cloruro superiore ai 200 mg/l con effetto epatoprotettore;
o Calcica: con una quantità di calcio superiore a 150 mg/l, ideale per soggetti in gravidanza e menopausa e molto utile nella prevenzione dell’osteoporosi e dell’ipertensione;
o Magnesiaca: con una quantità di magnesio superiore a 50 mg/l, con effetto antispastico e adatta alla cura della stipsi cronica;
o Ferruginosa: con una quantità di ferro bivalente superiore a 1 mg/l, ideale per soggetti anemici;
o Acidula: con una quantità di anidride carbonica libera superiore a 250 mg/l, indicata per le gastropatie;
o Sodica: con una quantità di sodio superiore ai 200 mg/l, indicata dal medico in situazioni cliniche ben precise;
o Iposodica: con una quantità di sodio inferiore ai 20 mg/l, ideale per le diete povere di sodio.
· Acqua ricca di sali minerali con un contenuto di residuo fisso superiore ai 1500 mg/l. Proprio per questo è definita acqua terapeutica o ad uso terapeutico poiché, data la enorme quantità di sali presenti, deve essere assunta sotto prescrizione medica e per il trattamento di determinate patologie.
Acqua Amata, con il suo residuo fisso di 485 mg/l, si pone a pieno titolo tra le acque oligominerali che, come già detto, possono essere consumate giornalmente dalla gran parte della famiglia proprio per la quantità presente di sali minerali.
Inoltre Acqua Amata è un ottimo esempio di acqua iposodica ideale per le diete povere di sodio, per i soggetti ipertesi così da contrastare l’aumento della pressione arteriosa e l’affaticamento del cuore, favorisce la riduzione della cellulite e aiuta la regolazione della mucosa gastrica e dei disturbi digestivi.
Speciale menzione va fatta anche per il calcio: in ogni litro di Acqua Amata sono presenti 114,3 mg di calcio determinanti nella formazione del tessuto osseo, nel suo rafforzamento nel caso di prevenzione o trattamento dell’osteoporosi e nell’attivazione degli enzimi necessari per la coagulazione del sangue.
Insomma Acqua Amata, sta bene a tutti e fa bene a tutti, perché non sceglierla?
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